Romolo, avvocato coatto, truffaldino, che dice di prendere il Viagra come tranquillante, un giorno viene denunciato dalla moglie che si vendica del suo tradimento con la segretaria/arrampicatrice sociale di turno. In carcere erano finite le singole e gli tocca quindi dividere il “soggiorno” con Angelo, disoccupato con la sindrome da “peter pan” e quella per Goldrake e Mazinga, stampati anche dietro la sua camicia. Nel suo cuore, un amore non ricambiato per la migliore amica e un'amicizia nascente e rocambolesca con Romolo e Manolo, un Massimo Ceccherini nel ruolo di psicopatico che emette due battute e trecento rumori gutturali.
lunedì 17 ottobre 2011
Una cella in due
Romolo, avvocato coatto, truffaldino, che dice di prendere il Viagra come tranquillante, un giorno viene denunciato dalla moglie che si vendica del suo tradimento con la segretaria/arrampicatrice sociale di turno. In carcere erano finite le singole e gli tocca quindi dividere il “soggiorno” con Angelo, disoccupato con la sindrome da “peter pan” e quella per Goldrake e Mazinga, stampati anche dietro la sua camicia. Nel suo cuore, un amore non ricambiato per la migliore amica e un'amicizia nascente e rocambolesca con Romolo e Manolo, un Massimo Ceccherini nel ruolo di psicopatico che emette due battute e trecento rumori gutturali.
Assasination Games
Captain America - Il primo vendicatore
Captain America - Il primo vendicatore (Captain America: The First Avenger) è un film del 2011, diretto da Joe Johnston.
Il film è basato su Capitan America, personaggio dei fumetti Marvel Comics; nei cinema è uscito il 22 luglio 2011 in contemporanea mondiale, Italia compresa. Il film è disponibile anche in 3D.
1942. Steve Rogers è un ragazzo statunitense, debole e rachitico, che vuole a tutti i costi arruolarsi nell'esercito per servire il suo paese. Dopo numerosi tentativi falliti, il dottor Abraham Erskine gli offre la possibilità di sottoporsi alla somministrazione del siero del Super Soldato, composto chimico che trasforma Steve in un soldato fisicamente superiore. Il dottor Erskine è però vittima di un attentatore dell'HYDRA, organizzazione militare finanziata da Hitler e capeggiata da Johann Schmidt; Schmidt è stato il primo supersoldato creato da Erskine, rimasto sfigurato in quanto il siero non era pronto per l'utilizzo.
Perduta la formula del siero e mancando la possibilità di creare altri supersoldati, Steve Rogers viene inizialmente usato dal governo come strumento di propaganda per l'arruolamento degli americani. Con un costume ispirato alla bandiera USA e il nome di "Captain America", viene presentato al pubblico come l'icona dell'America che combatte contro Hitler: partecipa a spettacoli e vengono diffusi albi a fumetti sul personaggio. Steve si sente inutile; quando scopre che il suo grande amico Bucky è disperso decide di ignorare gli ordini e di andare a recuperarlo, con l'aiuto della soldatessa Peggy Carter (di cui è innamorato) e del geniale ingegnere Howard Stark. Distrutta la prima base HYDRA e affrontato il terribile Schmidt, Steve inizia a mettere in pratica il suo vero status di supersoldato, partecipando a missioni militari contro il nazismo, capeggiando un commando di soldati eccezionalmente abili, fra cui Bucky.
Nel frattempo Schmidt ha recuperato un oggetto cubico, una fonte di energia apparentemente inesauribile, legato alla mitologia norrena, che usa per alimentare armi potentissime, intenzionato, nella sua follia, a rovesciare tutti i governi del mondo, compresa la stessa Germania. L'ultima missione di Captain America sventa i piani dell'HYDRA; Schimdt prende in mano il cubo e viene teletrasportato in un varco nel cielo, sparendo, mentre Steve rimane a bordo di un aereo dell'HYDRA, pieno di bombe, diretto a New York. Per evitare migliaia di vittime, Steve si sacrifica facendo schiantare l'aereo al Polo Nord.
Steve rimane ibernato per quasi settant'anni; al suo traumatico risveglio viene raggiunto da Nick Fury, che gli propone di diventare un difensore non solo dell'America, ma del mondo intero.
Thanks to Wikipedia
Qualità 7,5/10
giovedì 6 ottobre 2011
Hanna
Hanna è un’adolescente che vive con il padre Erik, isolata dalla società, in una foresta. L’uomo l’ha addestrata a una molteplicità di tecniche di difesa e di attacco, all’uso delle armi e le ha fornito una buona conoscenza di molteplici lingue. Perché Erik è un ex agente della CIA che ha dovuto far perdere le proprie tracce e vuole che la figlia sappia come sopravvivere a un eventuale rientro nel mondo civile. Perché Hanna è ormai pronta e può scegliere di farsi trovare da Marissa Wiegler, responsabile dell’Agenzia, che ha un conto da saldare con Erik e vuole a tutti i costi catturare la ragazza.
Era difficile aspettarsi un buon esito nel cinema di azione e di spionaggio da Joe Wright, regista che sembrava ormai dedito ad omaggi letterari ben riusciti come Orgoglio e Pregiudizio. La diffidenza è stata invece ampiamente sconfitta. Wright si ancora agli stilemi del genere ma dimostra di saperli innervare con elementi che potrebbero dare luogo a un’azione di rigetto e che invece vi si adattano perfettamente. Hanna è una fiaba a pieno titolo con la fanciulla (Hanna), l’oggetto magico (il pulsante che, una volta schiacciato la può catapultare nella cosiddetta civiltà), la strega (Marissa), il lupo cattivo (il killer che la bracca), il bosco (non la foresta iniziale ma il mondo che la ragazza non conosce). Non a caso il libro che le è rimasto dall’infanzia è una vecchia copia delle favole dei fratelli Grimm e la sua meta è proprio la Casa Grimm a Berlino.
Ma Hanna è anche una truffautiana ‘ragazza selvaggia’ al rovescio. Tenuta coscientemente lontana dalla società è stata però addestrata ad usarne le tecniche di combattimento e le armi e a conoscerne gli elementi di base. L’istruzione le è stata impartita ‘prima’. La sua educazione, una volta abbandonata la foresta, invece sarà gestita in negativo. Non solo quella impostale dai ‘cattivi’ che la vogliono catturare o eliminare ma in fondo anche quella della famiglia britannica che incontra in Marocco. Un padre, una madre e due figli tenuti insieme più dalle convenzioni di una modernità che impone le proprie regole ‘alla moda’ che da un concetto di nucleo di affetti tradotto in modalità di vita.
Hanna si trova così a dover salvare la propria vita in un mondo di cui ha appreso degli elementi ma non ha conosciuto nulla e in proposito è magistrale la sequenza in cui, in una abitazione marocchina qualsiasi, scopre in contemporanea gli oggetti di base della civiltà che le invadono la mente sconvolgendola per pochi, terribili attimi. Il colpo di scena nel sottofinale è molto meno originale di questo vero e proprio squarcio di horror della conoscenza.