giovedì 7 luglio 2011

Il bosco dell'orrore



Nel bel mezzo della Redwood Forest, un luogo selvaggio e isolato, c'è un casolare spesso usato per delle feste "estreme", dove musica, danze e alcol si mischiano spesso a droga, violenza e gare motociclistiche: un luogo da duri, per gente con pelo sullo stomaco.
Troubled Cody, membro di un pack di motociclisti della California del Nord, si reca lì per partecipare a una di queste feste scatenate.
Ma gli eventi prendono una piega imprevista e terribile quando a fine serata Michelle, l'ex ragazza di Cody, viene ritrovata mentre vaga senza meta tra gli alberi, completamente ricoperta di sangue.
Ben presto i motociclisti festaioli e le loro donne saranno assediati da forze sovrannaturali...

A primo acchito la copertina del DVD italiano di The violent kind, distribuito col titolo banalissimo di Il bosco dell'orrore, è decisamente di bassa qualità.


Decido comunque di inserirlo nel lettore e lo spettacolo ha così inizio: una tipa, tal Shade (interpretata da Taylor Cole, Il mondo dei replicanti), si sta cavalcando con impeto e impegno il capo dei "The Crews", Q (Bret Roberts, S.darko), mentre fuori gli altri due componenti della banda di bikers se la passano a cazzeggiare; arriva un grosso pick-up da cui scende un energumeno che cerca Q con una nota di evidente nervosismo; Q termina il suo lavoro con Shade, si mette la pistola nei jeans, esce e comincia a menare il ciccione senza nessun motivo assieme ai suoi compari. E se le danno di bruttissima.

La scena è girata con perizia e i protagonisti li vorresti già conoscere... allora proseguo con la visione. Risultato: il film è fenomenale.

La vicenda sembra prendere ogni volta la strada dello stereotipo più bieco ma poi i Butcher Brothers (Mitchell Altieri e Phil Flores, già registi e produttori di The Hamiltons, Scherzo letale) svoltano con violenza a ogni incrocio e ti lasciano un senso di stordimento quasi da ubriacatura. Alcune scene si dilungano un pò troppo ma non annoiano perché alla fine non sai mai cosa aspettarti.

Se per i primi venti minuti Il bosco dell'orrore sembra un banale "macho-movie", per la restante ora e dieci, non ci si può certo addormentare. Basterebbe a portare avanti da sola la pellicola, la splendida colonna sonora che ci accompagna a ritmo di rock anni cinquanta, blues e country, in questa strana rivisitazione dell'impotenza umana.

La prima scena che mi ha fatto sobbalzare sul divano è stata quando viene mostrata con assoluta disinvoltura una... aurora borale nel nord della California! Dopo di questo fatto, succederà di tutto. E non scherzo: possessioni demoniache, torture, vampiri(?), zombie(?), splatter, scazzottate, pulp e chi più ne ha più ne metta.

A un certo punto ho cominciato a chiedermi dove volessero andare a parare i registi e la sceneggiatura traballava in maniera spaventosa. Ma ci si diverte come dei pazzi. Quello che rende tutto così interessante è che alla fine la sceneggiatura non crolla quasi mai e i buchi che si creano man mano, si chiudono col passare del tempo.

Da un punto di vista tecnico la regia dei due "fratelli" è discreta. Nella baraonda che si crea è davvero difficile continuare a girare e rendere credibile la vicenda ma i Butcher Brothers ci riescono abbastanza bene.

Gli attori, molti dei quali "fedelissimi" dei Butcher Brothers, non sono esattamente all'altezza del girato. Cory Knauf (Cody, The Hamiltons, Scherzo letale, Godspeed) e Christina Prousalis sono da dita in gola, ma Joseph McKelheer (Jazz, The Hamiltons, Scherzo letale, Godspeed) e di Joe Egender (Vernon, Hunger, The Hamiltons, Scherzo letale) è da medaglia d'oro.

Trucco di prim'ordine. Effetti speciali appena sufficienti.

In questa pellicola made in USA, produzione dal budget risicatissimo, sono proprio i malvagi a fare la storia. I protagonisti cattivi sono ottimamente caratterizzati, con nomi strambi alla Quentin Tarantino, violenti come pochi e lo stereotipo si disperde in mezzo ad Harley Davidson, spogliarelliste, auto anni cinquanta e sangue a profusione. Notevole.

La violenza di base del film è la parte che più mi ha colpito. Tolto lo sfondo giocattolone, fa impressione l'invincibilità assoluta dei cattivi che tutto possono, e sadicamente ne approfittano per infierire sugli indifesi ragazzi senza dimostrare la minima umanità. Ma nulla è dato al caso e anche questa forzatura estrema avrà il suo perché.

E adesso arriviamo al punto cruciale: il finale.
Non so cosa sia passato per la testa del signor Altieri e del signor Flores, ma il finale che sono riusciti a confezionare per questo film lo porta, con tutti i diritti, nella mia personale classifica dei "film cazzoni doc" assieme a La Meute e pochi altri.

Il bosco dell'orrore: Non prendete questo film come un capolavoro dell'horror degli ultimi anni, ma come una felice e feroce ventata di fresco che arriva da quei remakers\sequelisti che sono diventati gli americani.

Qualità 9,5/10
Thanks to latelanera.com

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