sabato 20 novembre 2010

Banlieu 13


Banlieue 13 è un film d'azione francese del 2004, diretto da Pierre Morel e prodotto da Luc Besson. Nel 2009 ne è stato girato un seguito, Banlieue 13 Ultimatum diretto da Patrick Alessandrine prodotto sempre da Luc Besson.

Notevole la rappresentazione di parkour e free running, in una serie di sequenze acrobatiche girate in totale assenza di stuntman, fili di sospensione o computer grafica.

David Belle, fondatore del parkour, compare come protagonista.

Parigi 2010. Un muro d'isolamento circonda il ghetto della periferia, il quartiere 13 ((FR) Banlieue, ovvero l'area periferica dei grandi agglomerati urbani francesi). Leïto, un abitante del quartiere cerca di fermare lo spaccio di droga delle bande criminali che controllano il ghetto, ma dopo una rocambolesca fuga, la polizia, temendo le gang, preferirà arrestare lui piuttosto che il boss Taha Bemamud. Quest'ultimo entra in possesso di una potente arma, una bomba, che intende far esplodere nel centro di Parigi. Damien Tomaso, capitano della polizia francese, viene mandato nel quartiere per recuperare l'ordigno. Avrà però bisogno di Leïto, per poter compiere la missione in un territorio a lui ostile e sconosciuto.

Nel recintato quartiere Banlieue 13 Leïto, cercando di arginare il problema dello spaccio di droga, ruba una grossa partita di eroina al boss Taha Bemamud. Questi manda quindi i suoi scagnozzi, guidati dal grosso K2, a riprendere la droga e catturare Leïto. Grazie alle tecniche atletiche del parkour e del free running, quest'ultimo riesce a sfuggire alla cattura saltando tra i palazzi del quartiere. Taha, infuriato, fa quindi catturare la giovane sorella di Leïto, Lola, che lavora come cassiera in un supermercato. Il giovane atleta corre quindi a riprendersela e dopo aver preso di sorpresa il boss, puntandogli una pistola alla gola, assieme alla sorella si fa scortare fuori dal palazzo di Taha, sede dei suoi loschi affari. Sempre puntandogli la pistola alla gola e inseguito in macchina dalle guardie del criminale, raggiunge l'ultimo posto di polizia rimasto nel quartiere e consegna Taha al commissario li presente, fornendogli come prove dell'incriminazione cinque chili di eroina sottratti al boss. Il commissario, intimidito dal potere di Taha e dai numerosi suoi uomini appostati fuori dal centro di polizia con numerose armi da fuoco, preferisce far arrestare Leïto e lasciare libero il criminale permettendogli di portare con se Lola per farne la sua schiava. Il commissario si scusa con Leïto asserendo che sta per andare in pensione e vuole cercare di tirarsi via dai guai. Leïto gli urla che avrebbe dovuto salvare la sorella, poiché lui è già morto. Gli afferra quindi la testa e gliela fracassa con una ginocchiata, uccidendolo.

Sei mesi dopo il capitano di polizia Damien Tomaso, al termine di una delicata operazione di polizia, viene informato dai suoi superiori che è stata rubata un ordigno molto potente e che, essendo stato accidentalmente attivato, restano solo 23 ore per recuperarlo e disinnescarlo. La bomba si trova nel quartiere 13. Damien non conosce il quartiere, e per poterci entrare e potersi muovere ha bisogno di qualcuno che lo conosca bene. Si fa quindi arrestare e, sotto copertura, fa evadere Leïto raccontandogli di essere anche lui un criminale che ha perso la famiglia a causa di Taha e che si vuole vendicare. Leïto capisce in fretta che Damien è un poliziotto, ma questi riesce a convincerlo a farsi aiutare raccontandogli della bomba, rubata proprio da Taha. Damien ha un piano per raggiungere la bomba: far distrarre gli uomini del boss da Leïto mentre lui si reca all'ordigno. Leïto però preferisce andare direttamente da Taha, asserendo che questi avrebbe certamente scoperto il piano di Damien. Arrivati quindi dal boss, questi gli chiede di trattare e si accordano per un riscatto della bomba di 20 milioni di euro, che però il governo non vuole pagare. Leïto e Damien quindi scappano dal palazzo di Taha inseguiti dalle guardie cercando di raggiungere il tetto di un altro edificio, sui cui è posta la bomba, in procinto di essere lanciata sullo Champs-Élysées in centro a Parigi.

Intanto, ai piedi del razzo è incatenata Lola, che in quei sei mesi era stata ridotta ad un animale, tenuta calma da continue iniezioni di eroina. Ella, pur essendo incatenata, riesce con le gambe ad afferrare una tanica di benzina e a versarla sotto ilrazzo per cercare di dargli fuoco e fermarlo.

Intanto il governo risale ai vari conti correnti di Taha in giro per il mondo e bloccandoglieli il boss si ritrova senza soldi per pagare le sue guardie, che gli si rivoltano uccidendolo. K2 prende quindi il potere. Leïto e Damien vengono raggiunti dalle guardie proprio alla base del palazzo sul cui tetto si trovano Lola e la bomba e, raggiunti da K2, si accordano perché i due possano salire a disinnescare la bomba. Prima di arrivare sul tetto Leïto e Damien devono affrontare lo yeti, sconfittolo riescono a fermare appena in tempo la sorella dal dare fuoco alla bomba e morire carbonizzata con essa, mentre Damien telefona a Corsini, il suo superiore, per farsi dare il codice di disinnesco dell'ordigno. Il codice è 92930709B13. 9293, esattamente come il numero civico del palazzo, 0709, 7 settembre cioè giorno e mese in cui si trovano e B13, come il quartiere. Leïto, che già aveva dei dubbi riguardo al curioso smarrimento della bomba proprio nel quartiere più pericoloso della città, cerca di far ragionare Damien. Secondo lui il conto alla rovescia della bomba, cui mancano pochi minuti, non la farebbe esplodere, bensì il codice da inserire per disinnescarla sarebbe il vero detonatore. Sarebbe quindi una mossa del governo, che per fermare una volta per tutte la criminalità di un quartiere che costa ogni giorno di più, sarebbe disposto a cancellare due milioni di persone. Damien, incredulo e non convinto che il proprio governo sia criminale, si scontra con Leïto. I due lottano finché il conteggio non si ferma, non succedendo niente. Damien aiuta quindi Leïto e Lola a portare di sotto la bomba. Al pian terreno K2 è contento di vederli e li lascia andare, non avendo motivo di fermarli e volendosi sbarazzare in fretta della bomba inesplosa.

Al quartier generale del governo, Corsini si domanda perché la bomba non sia esplosa cancellando il quartiere. Proprio in quel momento arrivano Leïto e Damien con l'ordigno. Minacciando di farlo detonare riescono a fare confessare Corsini, registrando tutte le sue parole e trasmettendole poi in televisione a reti unificate.

Alla fine Leïto e Lola torneranno nel quartiere, che di li a poco dovrebbe essere riaperto, come le scuole i posti di polizia e tutto il resto.


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